Autostima: come dare valore a se stessi

  • Dott.ssa Enrica Maria Des Dorides
Autostima Bergamo

Che cos'è l'autostima?

L'autostima è l’insieme dei giudizi valutativi che l'individuo dà di se stesso. È il voto che ci diamo e il nostro modo di viverci.Non è un concetto unitario ma variegato e complesso. Immaginiamo una torta con tante fette che rappresentano le nostre competenze.

Ognuno di noi potrebbe valutarsi meglio in una specifica area piuttosto che in un’altra. Inoltre il giudizio si costruisce giorno per giorno man mano che avanziamo nella vita e ci mettiamo alla prova. Infatti quando scopriamo che siamo capaci di apprendere e riuscire in un compito ci sentiamo più sicuri ed efficaci.

Gli elementi dell’autostima

Tre elementi sono alla base del concetto di autostima: espressione di sé, l’amore per se stessi e la fiducia nei propri confronti. L’immagine che ognuno ha di sé si forma negli anni tramite l’integrazione delle nostre valutazioni con i  messaggi che provengono dall’esterno cioè sulla base dei riscontri che abbiamo dagli altri nei nostri riguardi. 

Secondo Bascelli (2008) gli elementi che si riscontrano in tutte le definizione di autostima sono: l’auto-osservazione, l’aspetto valutativo e la dimensione affettiva che permette all’individuo di considerare positivamente o negativamente  gli altri due elementi.  Nel processo dell’autostima tre componenti entrano in gioco e sono: il sé reale cioè la valutazione oggettiva delle nostre competenze e abilità; il sé percepito che è la nostra valutazione del sé reale e il sé ideale che corrisponde a come l’individuo vorrebbe essere. I problemi di autostima dipendono dalla discrepanza  tra il sé ideale e il sé percepito.

Quando il nostro ideale è troppo lontano da ciò che siamo veramente,  soffriamo in quanto il modello che ci imponiamo è irraggiungibile.

Cosa si può fare per migliorare il proprio concetto di sé?

Sicuramente è importante porsi degli obiettivi ambiziosi purché essi siano realistici. Ad esempio una ragazza che è alta un metro e cinquanta centimetri deve rendersi conto che non ha le caratteristiche fisiche per diventare un atleta di pallavolo a livelli agonistici così come una ragazza troppo formosa non è adatta alla danza classica.

Bisogna  che accetti i propri limiti e si diriga verso quello che  può fare con la propria dotazione fisica e caratteriale. Coloro che hanno realmente poche competenze possono beneficiare di un training che li aiuti a potenziare le proprie abilità e le strategie  di problem solving. Un esempio tipico è l’adolescente timido che non riesce a relazionarsi con i pari e con le ragazze della sua età.

Potrebbe essere guidato nel migliorare le sue abilità sociali imparando come conoscere nuovi amici, come porsi nelle relazioni interpersonali, senza preoccuparsi troppo del giudizio degli altri e imparando a  essere se stesso.

Cosa significa possedere un’alta autostima?

Un buon livello di autostima è risultato di una limitata differenza tra il sé reale e il sé ideale. Occorre saper riconoscere in maniera realistica i propri pregi e difetti, impegnandosi a migliorare le proprie debolezze e apprezzando i propri punti di forza. Bisogna allenarsi ad avere maggiore fiducia nelle proprie capacità. Accettarsi per quello che siamo è il punto di partenza per potersi migliorare. Ci si può guardare con benevolenza senza giudicarsi troppo duramente o voler essere perfetti a tutti i costi. Non è necessario. 

Si può sbagliare e correggersi. Si può imparare dall’esperienza. E’ inutile anche fare continui paragoni con gli altri per non  cadere sempre   in balia del senso di inadeguatezza.

Ognuno ha le sue sfide da affrontare e i propri talenti da realizzare. Ognuno ha le sue scelte da compiere in piena libertà , ragionando con la propria testa e non per compiacere gli altri. Essere assertivi significa farsi rispettare rispettando gli altri, senza reagire in modo aggressivo  e neanche all’opposto con atteggiamento passivo per cui si subisce senza dire niente.

Quali sono i nemici dell’autostima ?

Le distorsioni cognitive che sono  nemiche dell’autostima. Sacco e Beck (1985) hanno identificato una serie di distorsioni cognitive, che  possono danneggiare la considerazione di sé e quindi vanno trasformate per non avere problemi di autostima. Si tratta di riconoscere i propri pensieri e scoprire quale atteggiamento disfunzionale si sta mettendo in atto nel considerare gli eventi e noi stessi:

  • Le inferenze cognitive, riguardano delle idee arbitrarie non confermate  dati reali e obiettivi;
  • Le astrazioni selettive, quando si estrae dal contesto un piccolo particolare negativo facendolo diventare emblema di sé;
  • Le sovrageneralizzazioni, quando si  generalizza  partendo da un singolo tratto   o da un singolo episodio;  
  • La massimizzazione, crea un ingigantimento degli effetti negativi di una singola azione svolta;
  • La minimizzazione, quando viene sminuita la portata positiva di qualche evento;
  • La personalizzazione, quando ogni cosa che accade viene riferita a sé e ci si sente responsabili per ogni cosa che accade; 
  • Il pensiero dicotomico, porta a una visione senza vie di mezzo per cui si considerano solo le categorie opposte: bianco o nero, tutto o  niente.

Attenzione dunque ai pensieri ripetitivi che facciamo ogni giorno, soprattutto quando minano il nostro valore personale. Non è di nessuna utilità svalutarsi da soli o etichettarsi con appellativi poco gradevoli. Potrebbe essere capitato a tutti di dirsi “sono proprio un cretino!” oppure “non ci riuscirò mai”. Ecco questi esempi calzano a pennello per dimostrare come i primi detrattori di noi stessi siamo proprio noi.

Si può adottare uno stile di pensiero potenziante?

Certo bisogna allenarsi a trattarsi con molta cura, pazienza e rispetto. Meglio dirsi: “non sono riuscito ora ma posso riprovare” oppure “chi l’ha detto che non riesco?”. Cominciamo ad accorgerci quando il nostro dialogo interno verte verso la negatività e la sfiducia e viriamo subito sul versante positivo. Rimaniamo fiduciosi nella possibilità di migliorare e di imparare. Nessuno è perfetto. Impariamo ad incoraggiarci con amorevolezza ogni giorno. Non importa se ogni tanto ricadiamo nell’errore di essere troppo severi con noi stessi.

Man mano la nostra mente si abitua a non giudicarci e ad aprirsi verso nuove possibilità. In questo modo ci diamo la chance di ottenere risultati migliori. Cosa farebbe un saltatore con l’asta se arrivato sotto l’asticella cominciasse a pensare che è troppo alta e che il risultato è al di fuori della sua portata? Quasi sicuramente sbaglierebbe il salto. Se invece immaginasse il suo corpo capace di saltare una misura maggiore, con ampio margine rispetto all’altezza fissata creerebbe le condizioni ottimali per fare un nuovo record personale.

Qual è il segreto per incrementare una bassa autostima?

Ognuno di noi può potenziare la percezione positiva di sé adottando le seguenti strategie:

  • Allenarsi  nella  capacità di risolvere i problemi;
  • Adottare un dialogo interno positivo, formulando messaggi incoraggianti da rivolgere a se stessi;
  • Diventare più obiettivi nell’analizzare  le situazioni e nell’interpretare gli eventi, attribuendosi il merito quando è il caso e non prendersi la colpa quando  il risultato non dipende da noi;
  • Migliorare la capacità di autocontrollo emotivo;
  • Porsi aspettative realistiche,  riducendo standard troppo elevati e quindi irraggiungibili;
  • Potenziare le proprie abilità nel comunicare.

Non bisogna mai dimenticare che amarsi significa accettarsi per quello che si è, non aver bisogno di sentirsi perfetti, non essere troppo severi verso se stessi, imparare a gratificarsi quando si ottiene un risultato positivo, evitare i confronti inutili con gli altri, non cercare l’approvazione all’esterno ma essere consapevoli del proprio valore personale.

Dott.ssa Enrica Maria Des Dorides
Psicologo Psicoterapeuta Bergamo - Monza


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Laurea in Psicologia Clinica e di Comunità, Specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale
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